“Il Castello tornerà Falco d’Italia” Articolo tratto da Bresciaoggi

“Il Castello tornerà Falco d’Italia” Articolo tratto da Bresciaoggi

Le mura del Castello sono tanto forti che mai nessuno è riuscito a espugnarle. Solo due volte nella storia il nemico è penetrato nella fortezza cittadina, e sempre dalla salita del Soccorso, grazie al tradimento.

Tuttavia dal lato nord poggiano su una base poco solida di medolo, continuamente aggredita dal gelo invernale e dalle radici delle piante. Quella base di roccia che si affaccia sulla collina del vigneto urbano più grande d’Europa ha bisogno di manutenzione continua. Per questo un anno fa, a gennaio del 2007, la Loggia ha aperto l’ultimo cantiere da 780 mila euro per ripulire e mettere in sicurezza il dirupo.
I lavori sono ancora in corso, e si aggiungono ai quasi 2 milioni e mezzo di euro già spesi sul Cidneo negli ultimi 5 anni con lo scopo di rendere la fortezza cittadina sempre più agibile e fruibile in sicurezza. La manutenzione attuale conclude il secondo lotto di puliture delle mura -spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Valter Braghini, che ieri ha fatto un sopralluogo sul posto- e riguarda gran parte della parete nord del Cidneo, dall’angolo con Via Turati fino a una cinquantina di metri oltre la Torre dei Francesi, verso ovest. Tuttavia il grosso del lavoro si farà soprattutto in quegli ultimi 50 metri mai puliti e da tempo invasi dal bosco.

All'opera sul Cidneo anche una squadra di rocciatori A EST DELLA TORRE le piante grosse sono già state tagliate negli anni precedenti, e ora si ripulisce la scarpata dagli arbusti cresciuti nel frattempo. Ieri mattina all’opera una squadra di rocciatori di Vezza d’Oglio armati di roncole e motoseghe, ingaggiata dalla ditta pescarese che si è aggiudicata l’appalto. Dove possono, eliminano anche le ceppaie, per impedire che le radici continuino a penetrare nella roccia e a sgretolarla. Da quelle parti il sole non batte mai, e l’azione combinata di piante, umidità e gelo sbriciola il medolo. Negli anni scorsi è stato persino necessario rinforzare la parete rocciosa con contrafforti in cemento (che ora saranno rivestiti di pietra), poiché sotto le mura si era fatto il vuoto. Ora, per impedire che la cosa si ripeta, si puliscono anche gli ultimi 50 metri di bosco rimasti. Nel caso, si installeranno reti di protezione contro la caduta di sassi.
Più a ovest, invece, verso la “Montagnola”, la roccia è già stata pulita. Si ricorderà che a Natale 2006 è stato fatto saltare uno sperone roccioso per mettere in sicurezza la salita del Soccorso, dove al momento si lavora per realizzare un ingresso al Castello da nord, con una strada pedonale lastricata che sale a est del “Soccorso” ma nell’ambito del Parco delle Colline.
INTANTO SONO STATI rimossi circa 800 metri cubi di terra che si erano accumulati alla base delle mura. E ciò, insieme al taglio dell’ultimo bosco, permetterà pure -spiega Braghini- di posizionare le impalcature necessarie alla ripulitura delle mura stesse, che dovranno tornare bianche a brillare sotto il sole per restituire alla roccaforte cittadina l’antico appellativo di “Falco d’Italia”.

La Loggia investe sul Castello per renderlo sempre più frequentato dai bresciani. Nell’elenco degli interventi portati a termine negli ultimi cinque anni figurano il recupero e la sistemazione interna ed esterna della Torre dei Prigionieri, il restauro conservativo delle mura e interventi su edifici monumentali tra il 2004 e il 2005 (330 mila euro), il primo lotto della manutenzione ordinaria delle mura e delle pareti rocciose a nord (oltre 650 mila euro), altri lavori di restauro delle mura tra il 2006 e il 2007. Ancora prima, nel 2004, c’era stato il restauro delle mura lungo Via Turati, e di recente il recupero degli intonaci della Torre Coltrina, il restauro della Torre di Mezzo e edl portale trecentesco sul lato nord, degli intonaci della Torre dei Prigionieri.

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