S’inaugurano le passerelle della Grande guerra ricostruite in alta quota. Percorrerle significa capire l’impresa delle truppe alpine che da qui difesero l’Italia.
Brividi. Un po’ di batticuore. E pure gli occhi lucidi. Sono le prime sensazioni che si hanno quando, arrivando dal Passo di Castellaccio, si intravede il Gendarme. E quelle due passerelle, sospese a oltre tremila metri di quota, rinate dopo 90 anni. Certo, per chi è esperto di montagna e di questa fetta di cielo, a prevalere è l’emozione di un paesaggio mozzafiato, ruvido, che spazia dall’Ortles-Cevedale alle Dolomiti e , se l’aria è tersa, fino al gruppo del Monte Rosa e al Cervino.
La spettacolare struttura delle passerelle costruite con una tecnologia d'avanguardia.
Per gli altri, per chi ha fatto fatica ad arrivare fin lassù col kit da ferrata nuovo, magari il batticuore è dovuto più alla stanchezza. E po ci sono gli amici di Capanna Lagoscuro: per loro gli occhi lucidi e i brividi arrivano dalla soddisfazione di veder realizzato un sogno. Un desiderio coltivato da tempo e realizzato la scorsa estate, quando operai rocciatori espertissimi, insieme a un elicottero, hanno gettato le prime corde dal Gendarme, per rimettere in piedi le passerelle. E’ questo il sogno del presidente e fondatore degli Amici di Capanna Lagoscuro Andrea Faustinelli, guida alpina di lungo corso: rimettere in sesto le passerelle militari che aggiravano il Gendarme di Casamadre durante la Prima Guerra Mondiale. Gli alpini camuni per anni hanno difeso l’Italia dagli austriaci su questa linea e per raggiungere il villaggio militare posto al passo di LAgoscuro avevano innalzato due passerelle, una di 75 e l’altra di 53 metri. Poi, nel 1918, costruirono una galleria che li portava di là senza rischio d’essere esposti ai cecchini, e quindi le passerelle non furono più utilizzate. Rimasero lì sospese per vent’anni, finchè non furono smantellate. Di loro rimasero alcune foto in bianco e nero; immagini che hanno conquistato gli Amici. Dal desiderio alla realtà, l’associazione ha coinvolto il Comune di Ponte di Legno che ha trovato i finanziamenti e dato il via alle opere.
I due moderni ponti tibetani delle vette camune sono stati posati l’anno scorso, con l’intervento di Dario Melotti, guida alpina e carpentiere d’alta quota.
L’inverno le ha “tagliandate”, per verificarne la tenuta a bassissime temperature. E’ arrivato il momento di inaugurarle ufficialmente, anche se nelle scorse settimane sono già stati moltissimi gli appassionati che hanno deciso di attraversarle. Per provare brividi, batticuore e pure occhi lucidi.
Brividi. Un po’ di batticuore. E pure gli occhi lucidi. Sono le prime sensazioni che si hanno quando, arrivando dal Passo di Castellaccio, si intravede il Gendarme. E quelle due passerelle, sospese a oltre tremila metri di quota, rinate dopo 90 anni. Certo, per chi è esperto di montagna e di questa fetta di cielo, a prevalere è l’emozione di un paesaggio mozzafiato, ruvido, che spazia dall’Ortles-Cevedale alle Dolomiti e , se l’aria è tersa, fino al gruppo del Monte Rosa e al Cervino.
La spettacolare struttura delle passerelle costruite con una tecnologia d'avanguardia.
Per gli altri, per chi ha fatto fatica ad arrivare fin lassù col kit da ferrata nuovo, magari il batticuore è dovuto più alla stanchezza. E po ci sono gli amici di Capanna Lagoscuro: per loro gli occhi lucidi e i brividi arrivano dalla soddisfazione di veder realizzato un sogno. Un desiderio coltivato da tempo e realizzato la scorsa estate, quando operai rocciatori espertissimi, insieme a un elicottero, hanno gettato le prime corde dal Gendarme, per rimettere in piedi le passerelle. E’ questo il sogno del presidente e fondatore degli Amici di Capanna Lagoscuro Andrea Faustinelli, guida alpina di lungo corso: rimettere in sesto le passerelle militari che aggiravano il Gendarme di Casamadre durante la Prima Guerra Mondiale. Gli alpini camuni per anni hanno difeso l’Italia dagli austriaci su questa linea e per raggiungere il villaggio militare posto al passo di LAgoscuro avevano innalzato due passerelle, una di 75 e l’altra di 53 metri. Poi, nel 1918, costruirono una galleria che li portava di là senza rischio d’essere esposti ai cecchini, e quindi le passerelle non furono più utilizzate. Rimasero lì sospese per vent’anni, finchè non furono smantellate. Di loro rimasero alcune foto in bianco e nero; immagini che hanno conquistato gli Amici. Dal desiderio alla realtà, l’associazione ha coinvolto il Comune di Ponte di Legno che ha trovato i finanziamenti e dato il via alle opere.
I due moderni ponti tibetani delle vette camune sono stati posati l’anno scorso, con l’intervento di Dario Melotti, guida alpina e carpentiere d’alta quota.
L’inverno le ha “tagliandate”, per verificarne la tenuta a bassissime temperature. E’ arrivato il momento di inaugurarle ufficialmente, anche se nelle scorse settimane sono già stati moltissimi gli appassionati che hanno deciso di attraversarle. Per provare brividi, batticuore e pure occhi lucidi.